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Valore prognostico del acido urico nei pazienti con infarto miocardico con elevazione del tratto ST sottoposti a intervento coronarico primario


Elevati livelli di acido urico sono stati associati a malattia cardiovascolare in studi epidemiologici.
La relazione tra i livelli di acido urico e gli esiti a lungo termine in pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST ( STEMI ) che si sottopongono a intervento coronarico percutaneo ( PCI ) non è nota.

Sono stati valutati i dati di 2.249 pazienti consecutivi con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST, sottoposti a procedura PCI.
I pazienti sono stati divisi in due gruppi con acido urico alto o basso con limiti superiori alla norma di 6 mg/dl per le donne e 7 mg/dl per gli uomini.

Ci sono stati 1643 pazienti nel gruppo con bassi livelli di acido urico ( età media 55.9 anni, 85% uomini ) e 606 pazienti nel gruppo con acido urico alto ( età media 60.5 anni, 76% uomini ).
I livelli sierici di acido urico erano 8.0 mg/dl nel gruppo con acido urico alto e 5.2 mg/dl nel gruppo con acido urico basso ( p minore di 0.001 ).

Il tasso di mortalità ospedaliera è stato significativamente più alto nei pazienti con alti livelli di acido urico ( 9% vs 2%, p minore di 0.001 ), così come il tasso di eventi avversi nei pazienti con acido urico alto.

Il periodo di follow-up è stato di 24.3 mesi.

L’incidenza di mortalità cardiovascolare, nuovo infarto, rivascolarizzazione del vaso bersaglio, insufficienza cardiaca ed eventi avversi cardiaci maggiori è stata significativamente più elevata nel gruppo con acido urico alto.

In una analisi multivariata, elevati livelli plasmatici di acido urico erano un predittore indipendente di eventi cardiaci avversi maggiori in ambito ospedaliero ( odds ratio, OR=2.03, p=0.006 ) e durante un follow-up a lungo termine ( OR=1.64, p=0.03 ).

In conclusione, elevati livelli di acido urico al ricovero sono associati in modo indipendente ad esiti negativi in ospedale e a lungo termine nei pazienti con infarto STEMI, che si sottopongono a intervento coronarico percutaneo. ( Xagena2012 )

Kaya MG et al, Am J Cardiol 2012; 109: 486-491


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