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La recidiva di infarto miocardico dopo terapia fibrinolitica è associata ad un aumento della mortalità entro 30 giorni ma non della mortalità tardiva


La recidiva di infarto miocardico dopo terapia fibrinolitica è associata ad un aumento di mortalità precoce.

Lo scopo dello studio è stato quello di verificare l’esistenza di una relazione tra recidiva precoce di infarto miocardico e mortalità tardiva ( 2 anni).

I dati sono stati tratti dai 20.101 pazienti arruolati negli studi clinici TIMI 4, 9 e 10 B ed InTIME-II.

L’incidenza di recidiva di infarto miocardico durante l’ospedalizzazione è stata del 4,2% ed è risultata associata ad una mortalità del 16,4% contro il 6,2% dei pazienti senza recidiva di IMA.

La mortalità tardiva, calcolata tra i 30 giorni ed i 2 anni, è risultata simile tra i pazienti che avevano presentatouna recidiva precoce di infarto miocardico ed i pazienti senza recidiva ( 4,38% versus 3,76% ).

I pazienti sottoposti ad intervento coronarico percutaneo ( PCI ) durante l’ospedalizzazione , hanno presentato una minore percentuale di recidiva di infarto miocardico in ospedale ( 1,6% versus 4,5% p< 0.001) ed una minore mortalità a 2 anni ( 5,6% versus 11,6%; p < 0.001 ).

Gli Autori hanno concluso affermando che la recidiva precoce di infarto miocardico dopo terapia fibrinolitica era associata ad un più alto rischio di morte entro 30 giorni.
La mortalità tra i 30 giorni ed i 2 anni non è risultata invece significativamente aumentata nel gruppo di pazienti con recidiva precoce di infarto miocardico.

I pazienti sottoposti ad intervento coronarico percutaneo hanno presentato un minor rischio di recidiva di infarto miocardico ed a una minore incidenza di mortalità a 2 anni. ( Xagena 2003 )

Gibson CM et al, J Am Coll Cardiol 2003; 42:7-16



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