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Beneficio tempo-dipendente della terapia di resincronizzazione cardiaca preventiva dopo infarto miocardico


Il rimodellamento cardiaco è un processo graduale dopo infarto del miocardio. Tuttavia, attualmente non ci sono dati riguardanti l'effetto di un tempo trascorso dall’infarto miocardico sul beneficio della terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore ( CRT-D ).

Uno studio è stato progettato per valutare la relazione tra tempo trascorso da infarto del miocardio e beneficio della terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore preventiva nei pazienti con cardiomiopatia ischemica.

Il rischio di scompenso cardiaco o morte in funzione del tempo trascorso dall’infarto miocardico all'iscrizione nello studio, mediante trattamento con terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore versus terapia con solo defibrillatore cardioverter impiantabile ( ICD ), è stato valutato tra 704 pazienti con cardiomiopatia ischemica e un infarto miocardico documentato arruolati in MADIT-CRT, e separatamente, in un sottogruppo di pazienti con cardiomiopatia ischemica senza un precedente documentato infarto miocardico ( n=237 ).

Nei pazienti con defibrillatore cardioverter impiantabile, il rischio aggiustato di scompenso cardiaco o di morte è aumentato del 4% ( P=0.01 ) per ogni anno trascorso dall’infarto miocardico.

L'analisi multivariata ha dimostrato che i pazienti con infarto miocardico remoto ( catalogato al valore mediano, 8 anni o più ) hanno avuto un beneficio significativamente maggiore dalla terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore ( HR=0.42, P minore di 0.001 ) rispetto a quelli con un più recente infarto miocardico ( HR=1.26, P=0.35; P per interazione minore di 0.001 ).

Il beneficio della terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore è risultato direttamente collegato a un aumento dei quartili di tempo trascorso dall’infarto miocardico ( Q1 meno di 3 anni: HR=1.67; P=0.20; Q2 3-8 anni: HR=1.12; P=0.71; Q3 8-15 anni: HR=0.47; P=0.02; e Q4 15 anni o più: HR=0.38; P=0.001 ).

Il sottogruppo con cardiomiopatia ischemica senza infarto miocardico documentato ha anche tratto maggiore beneficio da una terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore ( HR=0.43, P=0.003 ).

In conclusione, nei pazienti con cardiomiopatia ischemica, il rischio di insufficienza cardiaca o morte e l’entità del beneficio della terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore sono direttamente collegate al tempo trascorso dall’infarto miocardico. ( Xagena2011 )

Barsheshet A et al, Eur Heart J 2011; 32: 1614-1621



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